Leòn Steponovitch Tolchinsky, è l'unico personaggio all'inizio dell'opera che presenta un carattere proprio, una propria identità ed è talmente legato ad essa che continua a insistere su questa caratteristica. Leon inoltre è una persona estremamente entusiasta ma molto leale, non vuole attribuirsi meriti che non gli competano, "beh, per essere sinceri, ho passato due anni in una scuola elementare di Mosca ad insegnare ai pargoli le nozioni fondamentali". Quello che Leon vede nell'insegnamento non è un lavoro ma una missione, la missione che gli permette di dare stabilità alla sua identità precedentemente citata. (il seguito devo ancora elaborarlo)
Scritto da Paolo Colciaghi su fb, gruppo teatro lilu1 versione 2012, domenica 22 gennaio 2012
Se non le dispiace, prof., commento Leon qui anziché sul blog.
Secondo me è un brav'uomo, idealista, appassionato del proprio lavoro. Tuttavia, è fastidiosamente sicuro di sé, a tratti davvero "immodesto". Verso gli stupidi all'inizio si dimostra addirittura snob. A volte assomiglia alla caricatura del buono, soprattutto con quell'accentuare le sue doti positive, che talvolta è eccessivo. Anche quell'idealismo così esplicito e ostentato ha quell'effetto. Il suo amore così forte per una ragazza che ha viso una sola volta in vita sua mi fa pensare che in realtà sia molto più superficiale di quanto non si creda. È un amore molto più sensuale che non romantico e non si basa su altro che sull'aspetto di Sophia, inizialmente. Ciò che ho detto negli ultimi due paragrafi mi fa credere che l'idea del buono sia quella che un professore di italiano chiamerebbe "antifrasi", con l'effetto di una critica alla visione classica dell'eroe positivo e perfetto.
Se si vuole rimanere con i piedi per terra: è un brav'uomo, ma ha diversi grossi difetti, che tendono ad affievolirsi verso la fine.
Quali sono le Epoche di cui parlerete? E il Cambiamento cosa riguarderà? Esponete i vostri approfondimenti. (Fotografia di opera di allievi dell'Accademia di Architettura di Mendrisio, lì esposta, dicembre 2013, e lavoro teatrale di venerdì 20 dicembre)
Scrivete l'inizio della vostra storia: sbizzarritevi con possibili battute di apertura o con sketch da vedere e sentire nelle vostre parole. (In fotografia, lavori di venerdì 25 ottobre e venerdì 20 dicembre 2013)
fotografie del Corso per adulti , diretto dalla fotografa Michou Manzolini Bühring, scattate il 10 marzo 2012 Cari attori, scrivete sotto il vostro personaggio tutte le emozioni e le intenzioni che avete interpretato salendo sul palco. In altre parole: narrate la storia del vostro personaggio, descrivendo quello che avete impersonato e dunque interpretato . Saranno descrizioni che vi serviranno l'anno prossimo, quando riprenderemo le prove di questo spettacolo, che porteremo a Les écolades (festival di cultura che riunisce le scuole della Svizzera romanda e della Svizzera italana) a La Chaux-de-Fonds http://www.ecolades.ch/ , dal 3 al 5 maggio 2013. A presto!
Leòn Steponovitch Tolchinsky, è l'unico personaggio all'inizio dell'opera che presenta un carattere proprio, una propria identità ed è talmente legato ad essa che continua a insistere su questa caratteristica.
RispondiEliminaLeon inoltre è una persona estremamente entusiasta ma molto leale, non vuole attribuirsi meriti che non gli competano, "beh, per essere sinceri, ho passato due anni in una scuola elementare di Mosca ad insegnare ai pargoli le nozioni fondamentali".
Quello che Leon vede nell'insegnamento non è un lavoro ma una missione, la missione che gli permette di dare stabilità alla sua identità precedentemente citata. (il seguito devo ancora elaborarlo)
Scritto da Paolo Colciaghi su fb, gruppo teatro lilu1 versione 2012, domenica 22 gennaio 2012
RispondiEliminaSe non le dispiace, prof., commento Leon qui anziché sul blog.
Secondo me è un brav'uomo, idealista, appassionato del proprio lavoro. Tuttavia, è fastidiosamente sicuro di sé, a tratti davvero "immodesto". Verso gli stupidi all'inizio si dimostra addirittura snob.
A volte assomiglia alla caricatura del buono, soprattutto con quell'accentuare le sue doti positive, che talvolta è eccessivo. Anche quell'idealismo così esplicito e ostentato ha quell'effetto.
Il suo amore così forte per una ragazza che ha viso una sola volta in vita sua mi fa pensare che in realtà sia molto più superficiale di quanto non si creda. È un amore molto più sensuale che non romantico e non si basa su altro che sull'aspetto di Sophia, inizialmente.
Ciò che ho detto negli ultimi due paragrafi mi fa credere che l'idea del buono sia quella che un professore di italiano chiamerebbe "antifrasi", con l'effetto di una critica alla visione classica dell'eroe positivo e perfetto.
Se si vuole rimanere con i piedi per terra: è un brav'uomo, ma ha diversi grossi difetti, che tendono ad affievolirsi verso la fine.